Puglia, terra di Rosati
Il territorio, i vitigni, le denominazioni
IL TERRITORIO
La nostra regione, grazie ai suoi microclimi dati dalla sua strabiliante biodiversità, presenta circa 25 uve autoctone e storiche, con le quali vinificare in rosso, bianco e rosato. Le ragioni di questa differenziazione così variegata di Vitis Vinifera è da ricercarsi nelle sue origini. L’incessante azione dell’acqua sul calcare, principale componente del terreno, ha dato vita sin dalla preistoria a profonde incisioni nel banco roccioso (le nostre Gravine) serre e letti fossili di antichi fiumi. È un territorio che alterna la vegetazione caratteristica della macchia mediterranea ai boschi di vario genere (come la lussureggiante foresta Umbra), circondati dai due mari Ionio e Adriatico. Il territorio pugliese è prevalentemente pianeggiante (53%) e collinare (45%) , e si estende per oltre 350 km tra il Mare Adriatico e il Mar Ionio. È proprio grazie alle caratteristiche del suolo, prevalentemente calcareo-argilloso, che è possibile produrre vini strutturati, con una bella trama tannica, ma anche eleganti, caratterizzati da una buona acidità ben bilanciata con la morbidezza, e dotati di uno strepitoso corredo aromatico.
Da nord a sud, possiamo dividere la Puglia in macro aree, ognuna con suoli caratteristici:
- La Capitanata, parte più settentrionale della Puglia, abbraccia due zone principali: il Gargano e il Tavoliere. In particolare, i vigneti sono distribuiti sui versanti esposti promontorio calcareo di rocce eruttive. Qui, con i pendii rocciosi che degradano verso l’Adriatico, troviamo una roccia madre di origine sedimentaria che regala ai vini grande mineralità e una potente struttura.
- Il Tavoliere delle Puglie, è una dolce pianura composta da terreni alluvionali di sabbia e argille. Nel vasto Tavoliere i suoli sono prevalentemente alluvionali, si producono vini rossi con profumi intensi, complessi, ma anche piacevoli e freschi, dalle sfumature cromatiche delicate.
- La Murgia, composta da agglomerati rocciosi ricchi di calcare, che danno vita a vini compatti e profondi; le notevoli escursioni termiche e i terreni calcareo-argillosi o siliceo-argillosi, portano a vini rosati freschi e di buona eleganza . Sulle coste fra le Murge e l’Adriatico, i suoli tufacei e sabbiosi sono l’habitat del Moscato reale.
- il Salento, il luogo delle Terre Rosse. Il suolo qui è infatti composto da un mix di calcare e argilla, che danno vigore a rinomati rosati da Negroamaro, vini eccezionali e adatti all’invecchiamento.
Clima: Clima tipicamente Mediterraneo, con inverni miti e scarsamente piovosi ed estati calde, ventilate e asciutte, che favoriscono la produzione di vini strutturati e intensamente colorati. In Puglia si registrano le precipitazioni minime in tutta la Penisola, compensate tuttavia da una buona umidità e da un ciclo ventoso che preservano naturalmente le uve dall’attacco di funghi e malattie. Il Mar Mediterraneo e le sue zone montuose fungono da mitigatori climatici della Regione, rendendo il clima più mite e favorevole alla crescita sana dei grappoli. Inoltre, la luce che li colpisce ne stimola la fotosintesi clorofilliana, permettendo agli acini di arricchirsi di zuccheri e sostanze aromatiche, le stesse che donano ai nostri rosati quei profumi così sorprendenti.
I vitigni
Il vigneto pugliese ricopre circa 83.000 ettari, distribuito soprattutto in pianura (70%) e collina (29.5%). Il suolo Pugliese da vita a vitigni dalle uve aromatiche, eleganti, che variano per tipologia e metodi di vinificazione. Ma è nella produzione dei rosati che i nostri vitigni a bacca nera trovano la loro massima espressione, donando vita a vini strutturati, profondi, ricchi di aromi. Non solo, quindi, ottimi per apertivi, ma sono anche un perfetto connubio per pasteggiare con piatti a base di pesce, pizza, focacce e carni bianche.
Vediamoli insieme:
1971
DAUNIA E CAPITANATA
Nero di Troia (2.1% dei vitigni pugliesi) e Tuccanese
2008
TARANTO E BASSO SALENTO
Malvasia Nera (1.8% dei vitigni pugliesi) e Susumaniello (0.5% dei vitigni pugliesi)
1919
SALENTO
Negroamaro (18.5% dei vitigni pugliesi) e Aleatico (0.5% dei vitigni pugliesi)
Scopri di più1985
MURGIA E COSTA BARESE
Bombino Nero (1% dei vitigni pugliesi), Primitivo (10.2% dei vitigni pugliesi) con DOC Gioia del Colle e DOC Manduria.
Scopri di più1997
VALLE D’ITRIA
Ottavianello (0.1% dei vitigni pugliesi) e Aglianico (0.3% dei vitigni pugliesi)
Vitigni non autoctoni e internazionali
- Sangiovese (17.0% dei vitigni Pugliesi)
- Montepulciano (9.1% dei vitigni Pugliesi): utilizzato tradizionalmente per stemperare l’irruenza tannica dell’uva di Troia e Negroamaro, è talvolta impiegato in purezza specialmente nell’area centro-settentrionale della Puglia, dove da’ vini di colore molto intenso, con profumi di amarena e ciliegia, confetture, seguiti da sentori di cuoio e spezie.
- Merlot, Cabernet, Sauvignon, Syrah, Pinot Nero, Cabernet Franc, Malbec: sono spesso impiegati come vitigni “migliorativi”, utilizzati nel tagli.
THE MAGIC HAPPENS - LA VINIFICAZIONE
La prima tecnica consente di ottenere vini dalle sfumature chiare e delicate, lievi sentori di fiori di pesco, gelsomino e violetta e frutti rossi. Per ottenerlo, il contatto tra le uve e il mosto durante la pressatura deve essere molto breve, per evitare la solubilizzazione nel liquido di tutte le sostanze pigmentanti delle vinacce (tannini e antociani).
La seconda tecnica prevede un tempo di macerazione sule bucce un po’ più prolungato (massimo 24 ore), a seguito del quale il mostofiore viene vinificato utilizzando il metodo preposto al vino bianco. Questo procedimento consente al vino di arricchirsi di sfumature più cariche e struttura un po’ più robusta, restando comunque fresco e leggero.
Il terzo metodo ha un nome curioso: “sanguinamento”, da francese “saigne”. Qui il succo dei grappoli è fatto macerare sulle bucce per 24 ore, per poi essere prelevato e diviso da queste ultime prima dell’inizio della fermentazione; a questo punto, quindi, il liquido rosa chiaro sarà vinificato come se fosse un bianco, mentre la parte restante viene lasciata macerare e fermentare sulle bucce per ottenere un vino rosso.
I VINI DI PUGLIA – DEOMINAZIONI DOCG, DOP E IGP
I rosati DOC e DOCG in Puglia
Con i suoi oltre 400 km di costa, la Puglia conta di ben 26 Denominazioni di Origini (DOC e DOCG) e 5 IGT (Puglia, Daunia, Murgia, Valle d’Itria e Salento), grazie anche ai suoi variegati microclimi che la rendono una terra particolarmente vocata alla viticultura.
- Il Rosato della DOC Ortanova nasce dall’uvaggio: Sangiovese (min 60%) Uva di Troia e Montepulciano (20-30%), Lambrusco Maestri e Trebbiano Toscano (massimo 10%).
- Per la DOC San Severo Rosato abbiamo invece: Montepulciano e Sangiovese (massimo 10%).
- Nella DOCG Castel del Monte Bombino Nero Rosato abbiamo, invece: Bombino Nero più altre varietà per una percentuale massima ammessa del 30%.
- Per la DOC Castel del Monte, è prevista altresì la Denominazione per l’Aglianico Rosato DOC Castel Del Monte, che prevede minimo il 90% di uve Aglianico.
- DOC Gioia del Colle: Primitivo (50-60%), Malvasia Nera (massimo 10%), Montepulciano, Sangiovese e Negroamaro (40-50%).
- Per la DOC Colline Joniche il disciplinare prevede l’impiego di: Cabernet Sauvignon (minimo 50%), e altri vitigni a bacca nera non aromatici ammessi alla coltivazione dalla zona viticola Salento Arco Jonico.
- Spostandoci più a sud, troviamo le DOC del Salento, dove ha avuto origine il nostro rosato. Queste comprendono i comuni di: Salice Salentino, Brindisi, Lizzano, Squinzano, Alezio, Copertino, Galatina, Leverano, Matino e Nardò. In ognuna delle aree menzionate, la denominazione è ammessa solo con l’impego di uve Negroamaro (in purezza o in quantità predominante), con l’apporto di altri vitigni come la Malvasia Nera, il Sangiovese, il Montepulciano, il Bombino Nero
Le Zone Vitivinicole Doc e Igt
In Puglia si possono evidenziare alcune importanti zone vitivinicole:
1985
MURGIA CENTRALE - PARTE SETTENTRIONALE
Vini DOCG, DOC e IGT
1997
MURGIA CENTRALE - PARTE MERIDIONALE
Vini DOC e IGT